Da San Vito ad Auronzo

Da San Vito di Cadore si raggiunge il rifugio Scotèr Palatini (1580 m) mediante seggiovia o percorrendo la strada sterrata che parte dal parcheggio dello stesso impianto di risalita (1250 m). Si sale lungo il sentiero n. 228, attraversando dapprima ghiaioni e mughete alla base delle cime Scotèr e Belprà, poi un fitto bosco di abeti e pini, sino alla terrazza erbosa del Col de chi de Oss dove sorge il rifugio San Marco (1823 m).

Il rifugio del CAI di Venezia, inaugurato nel 1895, costituisce uno storico punto d’appoggio per i tre gruppi montuosi del Sorapìs, Marmarole Occidentali e Antelao. Situato in una splendida posizione che consente di ammirare da una prospettiva privilegiata l’Antelao e la conca di San Vito, conserva ancora oggi la pregevole struttura originaria.

Riprendiamo il cammino salendo alla forcella Grande (2255 m, valle glaciale dalla caratteristica forma ad “U”), dove spicca la Torre dei Sabbioni, cima che evoca uno storico avvenimento: il 29 agosto 1877, infatti, la guida alpina sanvitese Luigi Cesaletti aprì sulle sue pareti la prima via di III° grado in Dolomiti. La notizia fu comunicata al Congresso Nazionale del CAI, che in quei giorni si teneva ad Auronzo di Cadore.

Dalla forcella Grande, lasciando a sinistra il sentiero n. 246 per il bivacco Giuliano e Scipio Slataper, si scende lungo la Valle di San Vito. Incrociamo anche il sentiero attrezzato C. Minazio n. 243, che conduce al bivacco Emilio Comici e al rifugio Vandelli, e il sentiero attrezzato Sanmarchi, n. 280, che conduce al bivacco Voltolina. Scesi a valle, dopo una lunga traversata della foresta di Somadida (riserva naturale) si giunge a Palùs San Marco (1135 m) da dove è possibile, anche con mezzi pubblici, tornare a San Vito di Cadore.
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Foto: prima neve su Torre dei Sabbioni, Cima Bel Prà e Antelao (Mauro De Vido e Sabrina Menegus)

 

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